La Grande Bugia by Giampaolo Pansa

La Grande Bugia by Giampaolo Pansa

autore:Giampaolo Pansa [Pansa, Giampaolo]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-04-29T11:22:22+00:00


«Infine veniva l’accusa più infamante, nella logica di D’Orsi: Pansa ‘finisce per dare un’immagine del parti -

gianato assai simile a quella della peggiore pubblicistica neofascista e nostalgica fin dai primi anni del post-1945’. Il tutto era impacchettato sotto un grande titolo che recitava: ‘Le chiacchiere da salotto sulla Resistenza’. Peccato che fosse il professor D’Orsi a inciampare nelle chiacchiere, per di più senza fondamento…»

«In che modo avvenne l’inciampo?» chiese Emma, divertita.

«Il Primo Esorcista concluse la stroncatura scrivendo che ‘fornivo benzina per nuove molotov contro l’antifascismo e la Resistenza’. E si dichiarò meravigliato che al

‘Sangue dei vinti’ fosse stato assegnato subito, ‘a distanza di pochi giorni dal suo arrivo in libreria!’, il Premio Acqui Storia.»

«Ma proprio qui cascava l’asino, compreso il punto esclamativo. Infatti, D’Orsi era male informato e troppo prevenuto: quel premio m’era stato dato per il libro dell’anno precedente, ‘I figli dell’Aquila’. Una brutta gaffe.

E siccome il diavolo si nasconde nei dettagli, mi viene da dire: speriamo che il Primo Esorcista non metta in 280

mostra nei suoi studi, e nelle lezioni agli allievi del suo corso, la stessa rischiosa imprecisione.»

«Avremo modo di riparlare dell’iperattivo professor D’Orsi», avvertii Emma. «Per ora voglio soltanto ricordare che dovevo stargli proprio sui santissimi. Infatti, intervistato da ‘Liberazione’ sul problema di come ricordare le foibe, l‘11 febbraio 2004, di passaggio mi tirò un’altra sassata: ‘Il famigerato libro di Pansa’.»

«Andiamo a conoscere gli altri esorcisti», proposi a Emma. «Il Secondo Esorcista si rivelò essere un altro docente di Storia all’Università di Torino: Giovanni De Luna. Anche lui aveva un precedente, ma di tipo politico. All’inizio degli anni Settanta era stato una delle teste d’uovo di Lotta Continua, uno degli intellettuali che scrivevano sul giornale del movimento. Il 12 agosto 1988, dopo l’arresto di Sofri & C. per il delitto Calabresi, De Luna rievocò quel delitto e il linciaggio del commissario in un articolo per ‘l’Europeo’, intitolato dal settimanale

‘I semi della violenza’.»

«Per rammaricarsi di quel crimine, immagino», azzardò Emma.

«Non ne sarei così sicuro. De Luna sosteneva che la campagna contro Calabresi conteneva ‘tanta ironia’. Gli slogan sui muri stavano ‘tra il goliardico e l’ammiccan-te’. E nell’affermazione che Calabresi era il responsabile dell’omicidio di Pinelli ‘non c’era niente di truculento, di sanguinario’. Qualche giorno dopo l’assassinio, De Luna, è lui a raccontarlo, sul giornale di Lotta Continua ricordò l’omicidio del filosofo Giovanni Gentile, a Fi-281

renze, durante la Resistenza. E sempre nel 1988 aggiunse: ‘Erano due gesti inconfrontabili… Eppure il meccanismo con cui si arrivava a definire un nemico-simbolo era lo stesso’. Insomma, gli assassini di Calabresi nel 1972

più o meno come i partigiani fiorentini del 1944. Non voglio far commenti», dissi a Emma.

«Per tornare a tempi più vicini», continuai, «la lunga stroncatura di De Luna a quel mio libro comparve sabato 25 ottobre 2003, su TuttoLibri’ della ‘Stampa’, allora diretta da Marcello Sorgi, uno che non ha mai digerito

‘Il sangue dei vinti’ senza avere il fegato di dirmelo con schiettezza.»

«Il titolo dell’articolo mi inorgoglì. Affermava: ‘Pansa, il sangue dei vinti visto con gli occhiali della Rsi’. Ricorda la nostra conversazione al ristorante?» domandai a Emma.



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